Rabbino al Sinodo

evento storico: rav Shear-Yeashu Cohen invitato al Sinodo dei vescovi in Vaticano

 

 

“La mia presenza al Sinodo è un segnale di speranza ed un messaggio d'amore, coesistenza e pace per la nostra generazione e per le generazione a venire''.
Queste sono le parole storiche che il rabbino capo di Haifa, rav Shear-Yashuv Cohen, ha pronunciato il 6 ottobre 2008, di fronte ai vescovi e cardinali cattolici venuti da ogni parte del mondo: rav Cohen è il primo ebreo della storia ad aver parlato di Sacre Scritture davanti al Sinodo dei vescovi, in Vaticano.
Questo evento unico nella storia, apporta un’altra pietra nella costruzione del dialogo fra ebrei e cristiani.

''Sento profondamente che essere qui di fronte a voi e' molto significativo” ha detto il rabbino nella riunione sinodale “E’ un privilegio ed un onore raro l'essere stato invitato come primo rabbino a parlare ad un Sinodo  in rappresentanza della fede ebraica e del rabbinato capo di Israele''.
''Apprezziamo molto cio' che questo gesto significa'', ha aggiunto rav Cohen, dopo ''la lunga, dura e dolorosa storia della relazione tra il nostro popolo, la nostra fede, e la Chiesa cattolica, i suoi leader e i suoi fedeli - una storia di sangue e lacrime''.

Rav Shear Yshuv Cohen in questa circostanza ha espresso "profondo shock" per "le terribili parole dell’attuale presidente iraniano, nel suo discorso il mese scorso all'assemblea generale delle Nazioni Unite. Le accuse false e maliziose, le minacce e l'incitamento antisemita, ci hanno riportato ad una memoria dolorosa della tragedia del nostro popolo - le vittime dell'olocausto, che speriamo e preghiamo non avvenga più.  Speriamo - ha aggiunto il rabbino rivolgendosi ai vescovi del Sinodo - di avere il vostro aiuto di leader religiosi, così come l'aiuto dell'intero mondo libero, per proteggere, difendere e salvare Israele, l'unico e solo Stato sovrano del ‘popolo del Libro' tra le mani dei suoi nemici".

 

Nel 2004, l’artista Shazarahel realizza un quadro che ritrae il rabbino Cohen insieme ad un immam sufi e un cardinale cattolico.
Realizzato quattro anni prima di questo evento storico, il soggetto di questo quadro appare quasi profetico e premonitore.
In questo quadro, l’artista associa le tre religioni monoteistiche – che coesistono all’interno delle mura della vecchia Gerusalemme - alle tre colonne dell’albero sefirotico, keter, hessed e din, sviluppando il pensiero di rav Elia Benamozegh e rav Eliahu Munk.

E’ possibile richiedere la dispensa “Le tre religioni monoteistiche secondo la kabbalah”, in cui l’artista elabora uno studio delle religioni a partire dal mondo delle sefirot e le più recenti teorie scientifiche.

 

kabballart@gmail.com

 

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