Cos’è la Kabbalah ?

 

La Kabbalah è la mistica ebraica, è cioè la progressiva rivelazione del senso esoterico del testo della Torah (la Bibbia ebraica) e dei segreti che si nascondono dietro l’osservanza materiale delle mitzvot (comandamenti divini).
La Torah è il codice cosmico della creazione e la Kabbalah ne è la sua decodificazione.
La Kabbalah è la chiave che apre i sigilli, le serrature e le porte della somma conoscenza contenuta nel testo sacro.
E’ la mistica del linguaggio che c’introduce ad esplorare l’infinito mondo dell’alfabeto ebraico: lo studio delle lettere, della forma e del suono che le rivestono, nonché il loro valore numerico, ci danno accesso alle radici superiori che le generano continuamente nelle nostre menti e bocche e che costituiscono i canali di connessione all’infinta rete di corrispondenze fra il micro-cosmo e il macro-cosmo, fra il corpo, l’anima dell’uomo e i pianeti, le costellazioni e tutti i mondi. La correzione del nostro modo di comunicare a noi stessi e agli altri, costituisce dunque lo strumento della riparazione dell’animo umano e la via della rettificazione universale del male, della sofferenza e della morte.
Le dirompenti acque divine della saggezza kabbalistica gelosamente custodite per millenni hanno fatto irruzione nel mondo abbattendo l’antica diga che le teneva segregate nello stretto ambito di una piccolissima cerchia di iniziati, e stanno inondando la terra fino a quando ogni vaso sarà ricolmo di esse!

Lo studio comparato della Kabbalah e delle scienze moderne ci schiude nuovi orizzonti di conoscenza sconosciuti ai nostri avi…
La kabbalah è un oceano di universi!!

Spesso colui che si accosta alla Kabbalah viene scoraggiato da persone che la ritengono una dottrina occulta fatta di pratiche magiche o sataniche: è pur vero che i nostri più grandi Kabbalisti, i quali hanno avuto accesso alle sfere più alte della conoscenza, riuscivano a vedere il futuro, leggere nelle anime, operare guarigioni, fare miracoli e resuscitare i morti, ma non per mezzo di vuoti riti magici, ma per connessione con i Misteri più alti del Creatore e dell'universo.

Come se ciò non bastasse, colui che si accosta allo studio della Kabbalah deve anche confrontarsi con gli stessi rabbini che si oppongono per molte valide ragioni alla sua diffusione:

  • Oggi la maggior parte del materiale mediatico che si trova sotto l’etichetta “Kabbalah” è un minestrone di tanti elementi di varia origine che non hanno niente a che vedere con la Kabbalah ebraica.
  • Spesso l’insegnamento della kabbalah è strumentalizzato a fini di lucro
  • La Kabbalah è stata spesso banalizzata e presentata come una sfornatrice di rapide ricette fast-food da applicare a tutte le esigenze della vita
  • Lo studio della Kabbalah è riservato solamente ad un uomo (e non una donna) ebreo che abbia già studiato tutta la Tradizione orale, che sia perfetto osservante delle mitzvot (comandamenti) e delle halakot (leggi rabbiniche) e che abbia già raggiunto il quarantesimo anno di età.

In linea di principio questo è il percorso più corretto, anche perchè è in effetti impossibile avanzare parecchio nello studio della kabalah quando non si abbia un'ottima conoscenza della Torah, dell'ebraismo e della lingua ebraica.
Questa lunga serie d’esigenze richieste previe allo studio della Kabbalah sono applicabili all’interno di un cammino ideale che di fatto oggi però non corrisponde più alla realtà di molti ebrei assimilati alle culture dominanti, i quali ignorano persino l’a-b-c della Torah e dell’ebraismo.

Il movimento hassidico istituito dal Baal Shem Tov (Maestro vissuto nel ‘700), fu una vera e propria rivoluzione “copernicana” all’interno dell’ebraismo, in quanto promuoveva la diffusione dei più elevati messaggi della Kabbalah presso le persone incolte, povere e analfabete in vista di sveltire l’arrivo dell’era messianica. A causa di questa temeraria audacia, il movimento hassidico fu duramente perseguitato dai più grandi rabbini dell’epoca, contemporanei del suo illuminato fondatore.
Quella sete delle anime che Baal Shem Tov aveva cercato di placare, quella stessa sete oggi rimane: non solo le anime ebraiche, ma anche quelle di tutti gli uomini di ogni popolo e cultura, accorrono ad assetarsi alle acque eterne della Kabbalah : questo è un fenomeno inarrestabile in quanto solo la Kabbalah ha le risposte ai bisogni più assoluti dell’animo umano.
Vediamo così che il risveglio spirituale che caratterizza la nostra generazione è il segno che le parole annunziate dai nostri Profeti si stanno realizzando:


“Ecco, vengono giorni, dice il Signore D’, in cui manderò una fame sulla terra, non fame di cibo, né sete d’acqua, bensì desiderio di ascoltare le parole di D’”
(Amos 8,11)

Così oggi sono moltissimi coloro che fanno il cammino "al contrario", cioè che partono dallo studio dell'anima della Torah per arrivare poi a comprendere gli abiti di cui essa si "riveste".
Lo Zohar dice che la Torah è un ABITO che copre il CORPO della Sposa divina (=il popolo d'Israele), e – chiedetelo agli uomini - cos'è più bello: il corpo di una donna o l'abito che lo riveste? E il corpo di una donna a sua volta cela qualcosa ancora di più bello : il corpo è l'INVOLUCRO dell'anima; così nel CORPO d'Israele, avvolto dalle VESTI della Torah, si cela l'ANIMA di questo mondo, cioè la PRESENZA DIVINA: uno è contenuto dentro l'altro.

 

Cominciare il proprio percorso di ricerca con lo studio dello Zohar (il libro più sacro della Tradizione esoterica ebraica) significa cominciare dall'INTIMO, dall'anima della Torah, dalla sua parte più interna e nascosta... Ci sono uomini attratti dalle vesti di una donna e dal suo corpo e ci sono uomini attratti dalla sua anima, cioè dalla sua realtà più vera: le anime di coloro che si consacrano allo studio della Kaballah sono anime attratte dal mistero che si cela dietro le "vesti" esteriori della Torah... Torah e kabbalah non si contraddicono; detto simbolicamente parliamo della stessa "donna"!!

Ovviamente conquistare questa "divina preda" richiede un corteggiamento e una lunga serie d’ardue prove d’amore...ogni cosa ha il suo prezzo, un diamante raro costa molto più caro di un finto cristallo! Se però sono pronto a pagare il prezzo di un diamante prezioso, saprò anche poi proteggerlo e custodirlo da coloro che tenteranno di rapirlo o profanarlo.
Così lo Zohar descrive la forza d’attrazione che la Torah esercita sull’anima assetata delle realtà spirituali ed eterne, come il fascino che una bella donna suscita nel cuore di colui che se ne innamora. Lo Zohar inoltre non esita a paragonare i quattro diversi livelli dello studio della Torah (Pshat, Drashah, Haggadah, Sod), alle quattro fasi di svelamento della propria intimità di cui l’amata concede l’accesso al suo più audace e intrepido spasimante.

 

Disse rabbi Yose : chi è la bella vergine che non ha occhi, il cui corpo è segreto eppure svelato, svelato al mattino e segreto durante il giorno, e che s’adorna di monili che non esistono?
(la Torah) è per così dire, come una bella e nobile fanciulla che si nasconde nelle segrete del suo Palazzo, e ha un amante, che nessuno conosce all’infuori di lei. Per via dell’amore che le porta, quest’ultimo passa in continuazione davanti alla porta della fanciulla e vaga inquieto con lo sguardo. Lei sa che egli è sempre lì nei pressi della sua dimora, e allora cosa fa? Apre di appena uno spiraglio la sua segreta nel palazzo, mostra il viso all’amato, consapevole che è per suo amore che la fanciulla gli si svela, anche solo per un istante.
Così è per la Torah, che dischiude i suoi segreti più riposti solo a colui che l’ama (:..) si rivela fuggevolmente e così facendo attizza l’amore che il suo amante le porta. Così è la Torah; sappi inoltre che all’inizio, quando comincia a rivelarsi a qualcuno, essa gli porge delle allusioni. Se l’uomo capisce e riconosce, bene. Altrimenti lo manda a chiamare, lo apostrofa come “novizio” e poi dice ai suoi messi: “Dite a quell’ignorante di venire qui a conversare con me, come sta scritto: Chi è novizio venga qui (Pr 9,4)”. Quando questi si presenta, la Torah prende a parlargli, dapprima da dietro il paramento ch’essa dispiega per lui intorno alle proprie parole, di modo che esse siano a sua misura (PSHAT). Piano piano egli vede sempre di più: questa è la cosiddetta drashah. Dopo di che la Torah comincia a parlargli dietro un telo di fine tessuto, usando enigmi e parabole, vale a dire haggadah. Quando finalmente l’uomo può dirsi in confidenza con la Torah, allora e solo allora questa si espone con lui a tu per tu, e conversa con lui dei segreti più inaccessibili e di tutte le vie misteriose riposte nel cuore di lei da tempo immemorabile (SOD). Allora quell’uomo è un vero adepto della Torah, che può dirsi “signore della casa”, giacché essa ha svelato a lui tutti i propri segreti, senza trattenere né occultare nulla (…) allora egli si rende conto che davvero alle parole della Torah è inammissibile aggiungere o togliere alcunché, nemmeno un segno o un carattere.
(Zohar, II 94b-99b)

 

Per approfondire l’argomento delle vesti della Torah
vi consigliamo di consultare queste pagine del nostro sito:

La veste delle Torah

La Shekinah

Ricamo mistico

 

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